L'Appunto di Aly Baba Faye

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Il Big Bang di Matteo Renzi

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Eccolo “l’Enfant Terribile” della politica italiana. Matteo Renzi ha lanciato la sua sfida politica, quel che chiama il Big Bang. Quel che si può dire, fin da ora, è che la sua discesa in campo ha rimescolato le carte. Il centrosinistra si arricchisce di un nuovo attore. Un attore scommodo la cui azione, si presume, sarà destinata a produrre, in questa fase, effetti non irrilevanti negli equilibri politici ed elettorali. A prescindere da quanto potrà durare, qualcosa è stato mosso. E gli altri attori politici dovranno tenerne conto. Già le reazioni del ceto politico collocato nel centrosinistra sono mitigate. C’è chi lo esalta (ancora pochi) e chi lo demonizza (adesso molti). Nessuno ignora il potenziale politico di Renzi. Ritengo sbagliato e controproducente confinare la sua offerta politica in una logica di tifoseria da stadio. Quel che serve, a mio avviso, è capire la possibile traiettoria di questa offerta politica valutandone il potenziale e semmai accompagnarla o contrastarla. Ciò che non serve è demonizzare il personaggio sulla base di cliché e/o di pregiudizi. Non basta bollarlo come populista o un destroide. Renzi avrà i suoi difetti ma è persona intelligente, un ragazzo coraggioso, un politico abile. Ha capito la natura della crisi che attanaglia il sistema politico. Ha capito che la fine di Berlusconi lascerà macerie che non risparmieranno molti tra gli attori che sono stati con lui sulla scena. Infatti, il berlusconismo ha plasmato il sistema politico e l’uscita del “Sultano di Arcore” non basta di per sè a riportare le virtù di una buona politica. Dunque Renzi ha colto l’essenza della domanda del momento che è di rinnovamento e ricostruzione. Un’operazione impossibile con una offerta politica tradizionale o con la diplomazia negli organismi interni dei partiti. Dunque no more Politics as usual ma cambiamento e innovazione. Renzi sa che l’uscita dal pantano sarà possibile solo con una operazione forte di buonifica del sistema politica. Ed è questo che i cittadini vanno chiedendo da un pò di tempo. Indignati e stuffati, grillini e movimenti vari della società civile vogliono il cambiamento. Renzi intende dare uno sbocco politico all’effervescenza civica e politica che sta crescendo nella società Italiana. Sa che i partiti hanno perso credibilità nell’opinione pubblica. Insomma, Renzi vuole rappresentare il malessere dei cittadini e la loro voglia di voltare pagina. Lo fa con una grande abilità di comunicazione. Ci riuscirà o meno è presto per dirlo. Quel che è certo è che ha imboccato la strada giusta per colpire. Ora bisogna vedere se potrà mobilitare la gente che non si riconoscono nei partiti ma anche chi sta dentro i partiti ma con disagio. Renzi non uscirà dal PD che ancora gli è utile per il suo disegno. Se lo dovesse fare non sarà prima delle primarie ammesso che le facciano nel PD. Poi cacciarlo dal PD per motivi statutari sarebbe il più bel regalo che gli si può fare. Nel frattempo parla anche con chi non sta nei partiti, quegli elettori che hanno un forte desiderio di cambiamento. E’ una sfida difficile la sua ma è a portata di mano. Dovrà però sapere che il cambiamento non è una sfida personalistica bensì una sfida collettiva che ha bisogna di tante persone corraggiose, di tanti talenti e molte grandi personalità della società civile ma anche del mondo politico. I suoi 100 punti programmatici non sono la panacea né una pozione magica. Ci sono molti elementi condivisibili e altri che non lo sono, ma nell’economia complessiva è una base che gli permette di parlare con gli elettori a 360 gradi. Ma non possono avere valore di “programma di governo” né sono una exit strategy dalla crisi economica e sociale. Da un punto di vista della tempistica è saggio, da parte sua, aspettare il momento per definire un vero programma di governo. Chi pretende da lui un programma di governo non ha capito che Renzi non è ancora un candidato Premier. Ci arriverà se riesce a diventare il palladino del cambiamento e della buona politica, il volto fresco e nuovo. Per ora i 100 punti bastano per il consenso che gli serve per posizionarsi nella contesa della leadership del dopo Berlusconi. La sua comunicazione è funzionale a questo scopo. La tempistica è giusta. L’unico rischio che corre per ora, ed è questa la debolezza del suo Big Bang, è quello di fare una guerra totale contro tutti. Questo dato potrebbe complicare il suo percorso poiché avrà bisogno di alleati per vincere la sua sfida. E’ bene distinguersi ma senza scatenare una guerra contro tutti. Renzi deve sapere che in campo non ci stanno solo lui e il suo il PD e nella sfida per il cambiamento, nella costruzione dell’alternativa ci sono altri attori con cui confrontarsi. Questione di opportunità!

Written by Aly Baba Faye

1 novembre 2011 at 14:50